Figura 1 Panoramica Monte Vettore (Dall’archivio Zis)
« ...E che pensieri immensi,
che dolci sogni mi ispirò la vista
di quel lontano mar, quei monti azzurri,
che di qua scopro, e che varcare un giorno
io mi pensava, arcani mondi, arcana
felicità fingendo al viver mio! »
(Citazione di Giacomo Leopardi da: Le ricordanze)
Figura 2 Veduta del Lago di Pilato (Dall’archivio Zis)
I Monti Sibillini sono situati tra le Marche e l’Umbria, lungo la catena dell’Appennino centrale, danno il nome all’omonimo Parco Nazionale de Monti Sibillini istituito nel 1993 tra le provincie di Ascoli Piceno, Macerata e Perugia, è gestito dall’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Si estendono per una lunghezza di circa 30 km a cavallo tra l’Umbria e le Marche, sono percorsi lungo il crinale principale dalla linea spartiacque che individua un versante tirrenico ad occidente ed uno adriatico ad oriente.
I terreni affioranti sono quelli tipici della facies umbro – marchigiana, anche se alcuni termini acquistano talvolta dei caratteri particolari in relazione ad un rilevante apporto di materiale detritico di provenienza esterna al bacino umbro – marchigiano.
Per quanto riguarda la tettonica i lineamenti presenti nell’area, dopo l’orogenesi alpina, sono rappresentati essenzialmente da una successione di pieghe antiformi e sinformi sub-paralle.
I Monti Sibillini possono essere considerati come una formazione geologica relativamente giovane. Tra i 100 ed i 50 milioni di anni fa ci trovavamo in una zona di mare poco profondo, al posto degli attuali monti, tra i 20 ed i 15 milioni di anni fa si abbiamo l’orogenesi appenninica e la migrazione del sistema CATENA – AVANFOSSA – AVAMPAESE, che porta in catena l’area dei sibillini. Adesso abbiamo il fronte della catena appenninica che è tuttora in compressione, mentre la restrocatena che è in distensione. Questi sono le fasi generali che portano alle strutture attuali.
Figura 3 M. Sibillini (Dall'archivio Zis)
L’evoluzione geomorfologica dell’area è principalmente imputabile all’azione erosiva dei ghiacciai, impostatisi nell’area in corrispondenza dell’ultima fase glaciale wurmiana. Siriconoscono infatti le forme tipiche delle valli ad “U” ed in molti casi sono ancora ben visibili i circhi glaciali. Anche il carsismo contribuisce al modellamento dell’area.
Possiamo suddividere l’area in un complesso sistema di dorsali orientate NNO e SSE che suddivide l'area in tre settori:
Il settore Settentrionale include il monte Bove, massiccio calcareo con imponenti pareti, ed è limitato dalla Val d'Ambro e dalle Gole del Fiastrone. | |
Il settore Centro-Meridionale include le montagne maggiori del gruppo, culminando nel monte Vettore. È caratterizzato da due dorsali principali, la prima delle quali congiunge il monte Porche con il Monte Sibilla mentre la seconda compie un articolato percorso che va dal monte Palazzo Borghese fino al monte Prata toccando le cime maggiori del gruppo. | |
Il settore Sud-Occidentale non include montagne degne di particolare nota ma include alcune formazioni geologiche tra le più interessanti dei Sibillini, come i Piani di Castelluccio. |
Figura 4 Sulle sponde del Lago Pilato (Archivio Zis)
Nei versanti settentrionali delle cime superiori ai 2000 m sono evidenti i segni dei ghiacciai impostatisi nell’ultima fase glaciale wurmiana, circa 18000 anni fa. Queste evidenze sono visibili nella Valle di Panico, nella Valle di Bove, nella Valle di Lunga e nella Valle del Lago di Pilato; dove si trova l’omonimo specchi d’acqua ubicato a 1940 m s.l.m.
All’interno del lago vive il Chirocephalus Marchesonii, endemico del lago (che vive soltanto lì), protetto.
Figura 5 Esemplare di Chirocephalus Marchesonii, endemico del Lago di Pilato (da CAI sezione Frascati)
Ci sono diverse leggende intorno ai monti sibillini e soprattutto sul Lago di Pilato
Era famoso nel medioevo, infatti si riteneva che fosse abitato da demoni (e sulla base della presenza di demoni, secondo la credenza popolare, si registravano le variazioni del livello delle acque). Era anche considerato una bocca dell’Ade.
Il nome del lago potrebbe provenire, sulla base di un’altra legenda, da Ponzio Pilato che colpevole della crocefissione di Cristo, sia stato condannato a morte dall’imperatore Tiberio. Si narra che Pilato fosse stato messu su di un carro trainato da due bufali e abbandonato al proprio destino, i bufali in una folle corsa da Roma si tuffarono nelle acque del lago, con il corpo di Pilato.
Le valli glaciali sono tipicamente a U poiché il ghiaccio erode sia il fondovalle che i versanti, hanno un profilo ondulato perché il ghiacciaio tende ad accentuare le irregolarità. Spesso le valli fluviali si sovrappongono, al ritiro del ghiaccio, alle preesistenti glaciali (molte valli alpine).
Figura 6 Esempi di valle ad “U”
Dove due o più ghiacciai confluiscono si possono formare valli sospese.
Le valli sospese o pensili causate dall'incontro di due lingue glaciali di cui una era molto più sviluppata della altra. Sono situate a quote maggiori rispetto i fondovalle, nel periodo glaciale si sviluppano quando cessa, ci si ritrova con notevoli stacchi morfologici e in molti casi la conseguente formazione di cascate.
Figura 7 schema esplicativo delle valli sospese da (www.geologia.com)
Chiccini M., Deiana G., Micarelli A., Pieruccini U (1976) Studi Geologici Camerti – Geologia dei Monti Sibillini nor-orientali
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